Fausto Amalberti
Popolazione e territorio di Soldano nel secolo XVI (1996)

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Nel XVI secolo Soldano era uno dei paesi più piccoli della zona intemelia(1). Perciò i documenti riguardanti tale località in quell'epoca sono piuttosto scarsi(2) e le origini dell'insediamento rimangono ancora alquanto incerte, nonostante a tale riguardo siano state avanzate diverse ipotesi(3), alcune delle quali molto fantasiose.
La documentazione archivistica del periodo che va dall'origine fino all'ultimo quarto del secolo XV è quasi inesistente(4) e solo a partire dagli ultimi decenni del Quattrocento assume una consistenza tale da consentire una ricerca che fornisca risultati attendibili dal punto di vista storico.

 
1 - famiglie e popolazione
 
Tra la fine del '400 e gli inizi del '500 Soldano e ancora un paese molto piccolo, la cui popolazione si può stimare all'incirca sui 100-150 abitanti. I cognomi delle famiglie che vi abitano in tale periodo sono fondamentalmente tre, precisamente Amalberti, Soldano e Conte, che da sole rappresentano più dell'80% della popolazione. Fra gli altri cognomi di famiglie presenti a Soldano nel XVI secolo troviamo: Anfosso, Anselmi, Arzaigo, Barone, Biamonti, Casanova, Cassini, Durante, Gallo, Guercio, Maccario, Molinari, Muratore e Ramondo. Alcuni dei cognomi riguardano famiglie di passaggio e vanno quindi scomparendo, altri famiglie dei paesi vicini come Camporosso(5), Perinaldo(6), San Biagio(7), Vallecrosia(8) e Ventimiglia(9), o anche più lontani come Pigna(10). Di questi cognomi ritroviamo ancora numerosi ai giorni nostri gli Anfosso ed i Maccario(11).
Il primo dato certo sulla consistenza della popolazione è in un documento del 1514, relativo alla cessione da parte della Repubblica di Genova al Banco di San Giorgio di Ventimiglia e le sue ville(12).
In tale occasione gli abitanti di Ventimiglia, Airole, Sasso, Camporosso, San Biagio, Soldano, Vallecrosia, Vallebona, Borghetto e Bordighera, riuniti nella piazza della cattedrale di Ventimiglia, giurano fedeltà ai Protettori del Banco di San Giorgio. Per Soldano sono presenti 63 uomini, che dovrebbero rappresentare tutti i maschi adulti del paese; in base a ciò possiamo supporre che la popolazione si aggiri sulle 150-200 persone. I cognomi sono: Amalberti[26], Soldano[14], Conte[12], Molinari[3], Cassini[2], Anfosso, Anselmi, Arzaigo, Casanova, Guercio e Muratore[1]; da ciò si desume che gli Amalberti, Soldano e Conte costituiscono l'82,5% dell'intera popolazione.
Il rilievo successivo è quello del catasto dell'anno 1545, nel quale sono censiti 55 proprietari di terreni. Esaminando le partite iscritte al catasto possiamo farci un'idea piuttosto precisa circa la composizione delle famiglie ed i loro possedimenti(13), nonché delle dimensioni del centro abitato e della toponomastica locale. Integrando poi questi dati con quelli provenienti da fonti notarili si riesce a risalire ai tipi di coltura praticata ed alle attività svolte dagli abitanti.
Relativamente alla popolazione notiamo che questa è rimasta di circa 150-200 unità come nel 1514 ed anche i cognomi delle famiglie sono pressoché identici a quelli di trent'anni prima, infatti gli Amalberti, Soldano e Conte rappresentano ancora l'83,5% dei proprietari registrati al catasto. Le case sono una trentina e, supponendo che ognuna sia abitata mediamente da 5-6 persone, otteniamo quasi lo stesso risultato ipotizzato in precedenza. Benché i beni siano abbastanza ben distribuiti fra i proprietari, l'82% possiede più di cinque terreni ed il 56% ne possiede più di dieci, e vi sono tre famiglie che detengono una quota significativa del patrimonio immobiliare. I fratelli Giovanni e Luigi Amalberti, i fratelli Bartolomeo e Guglione Soldano ed i fratelli Bernardo, Giovanni e Pietro Amalberti possiedono infatti ben il 22,5% dei terreni ed il 38% delle case oltre a due dei quattro mulini del paese e all'unico forno!
Una semplice lettura di questi risultati farebbe pensare ad una situazione abbastanza statica, mentre in realtà vi è un certo movimento di persone che da Soldano vanno ad abitare in altri paesi e viceversa, anche se il saldo finale rimane quasi invariato. Prendendo esemplificativamente in esame i matrimoni di persone di Soldano negli anni 1484-1510(14), notiamo che in un solo caso marito e moglie sono entrambi di Soldano, mentre spesso uno dei due coniugi proviene da un altro paese(15).
Naturalmente i matrimoni sono solo una delle cause dello spostamento delle famiglie da un paese all'altro, ma la gente si trasferisce anche per altri motivi. Ad esempio, Giovanni Soldano nel 1501 si trasferisce ad Airole e, poiché era ancora in atto il disegno di riabitazione di tale paese da parte di Ventimiglia(16), promette a Luca Genzano, Giovanni Coenda e Stefano Gibelli sindicis seu officialibus civitatis Vintimilii di conficere domum unam in annum unum proxime futurum a dicta vila de Airore et in ea habitare cum tota eius familia(17). Per citare qualche altro caso, troviamo ancora nel 1537 Stefano Amalberti q. Francesco di Soldano abitante a Torrazza e Guglielmo Raimondo q. Battista di Apricale abitante a Soldano, nel 1540 Pietro Amalberti q. Bartolomeo di Soldano abitante a Ventimiglia, nel 1541 Nicola Amalberti q. Luigi di Soldano abitante a Ventimiglia(18), nel 1560 Giacomo Conte q. Bartolomeo di Soldano habitator inclite civitatis Genue(19) e, negli anni 1578-1579, Battista Soldano, Guglielmo Soldano, Giovanni Soldano, Luigi Soldano e Pietro Antonio Conte che si trasferiscono a Portovecchio in Corsica per tentare l'avventura della ricostruzione della città con il nome di "Ventimiglia la Nuova"(20).
Arriviamo così all'anno 1561 quando viene fatto il primo vero censimento di tutta la popolazione. Sabato 20 settembre 1561 Agostino Pallavicini e Stefano de Franchi commissari generali del Banco di San Giorgio ordinano ai consoli di Ventimiglia e delle ville di fare, entro la sera del giorno successivo, la descrittione de tutte le anime cosi maschi, come femine cosi vecchi come giovani, che sono in ognuna di dette ville casa per casa et fuogo per fuogo, facendo descrittione dell'ettà di coloro che, eccederano vint'anni et de quelli che passeranno sessanta usando in ciò tutta la diligenza possibile(21).
Nell'elenco compilato da Giacomo Soldano compaiono 159 persone, delle quali 43 sono uomini che hanno più di vent'anni, 36 bambini o uomini al di sotto dei vent'anni ed 80 sono donne e bambine. Dall'esame del documento notiamo come in tutto il paese siano rappresentati solo cinque cognomi e precisamente: Amalberti (33,96%), Soldano (33,96%), Conte (16,98%), Anfosso (12,58%) e Maccario (2,52%) con la solita prevalenza degli Amalberti e Soldano ed un buon incremento degli Anfosso. Per quanto riguarda i nomi personali i più diffusi fra le donne sono Giacomina (18,75%), Battistina (12,5%), Maria (12,5%), Caterina (10%) e Giovannina (7,5%) mentre per gli uomini i nomi che vanno per la maggiore sono Antonio (12,66%), Michele (8,86%), Bartolomeo (7,6%), Giacomo (7,6%), Giovanni (7,6%), Luigi (6,33%) e Pietro (6,33%).
Abbiamo infine, per il periodo preso in considerazione(22), un censimento redatto dal capitano di Ventimiglia Filippo Fieschi, fra la fine di agosto ed i primi di settembre del 1607 su ordine del Senato genovese(23). Da tale documento si vede come Soldano sia composto da 43 fuochi(24) per un totale di 181 persone così suddivise: 56 uomini, 48 donne, 38 bambini e 39 bambine, con una piccola prevalenza di maschi (51,93%) rispetto alle femmine (48,07%). Comparando poi questi dati con quelli degli altri paesi che compaiono nel predetto specchio riassuntivo 25 vediamo come Soldano abbia la percentuale di maschi più alta mentre San Biagio ha quella più bassa (45,90% maschi e 54,04% femmine).
Notiamo, per concludere questa carrellata sulla popolazione, un dato abbastanza curioso che riguarda il rapporto adulti-bambini dal quale si evidenzia come i paesi di più recente costruzione, come Airole e Bordighera(26), abbiano una più alta percentuale di bambini (e quindi una popolazione più giovane), ad indicare che erano in piena espansione demografica.

 
2 - toponomastica e coltivazioni
 
Fare uno studio sulla microtoponomastica può essere un'impresa ardua in quanto un toponimo a volte copre una vasta estensione di terreno e quindi si conserva nel corso dei secoli, altre volte è riferito ad un'unica particella e col passare degli anni cambia o scompare, fino ad arrivare al caso limite in cui, al di là di quello che può essere il toponimo "ufficiale", la stessa località è indicata con un nome diverso da persone diverse. Anche capire il motivo per cui ad una località è stato assegnato un nome piuttosto che un altro può non essere chiaro, benché esista sempre una precisa ragione per cui il toponimo è stato assegnato. In molti casi questi motivi appaiono evidenti ancora oggi, mentre a volte si trovano toponimi di cui oggi non si riesce a giustificare l'origine, ma che all'epoca avevano un significato e si riferivano, probabilmente, ad oggetti, piante, coltivazioni, nomi o soprannomi personali, modi di dire dialettali, ecc.
I toponimi relativi a Soldano contenuti nel catasto sono, per il periodo preso in esame, più di 80(27) e si possono suddividere in alcune grandi categorie. Vi sono toponimi ispirati alle caratteristiche orografiche come ala Cima, ala Colla, in la Costa, in lo Pian, in le Terre Rosse e ala Valleta, altri derivanti da costruzioni che sorgono sui terreni come ale Cazete, alo Gonbo(28), alo Molin e ali Stagi, altri ancora originati dal tipo di coltivazione o vegetazione come in la Brughea, alo Collareo, ali Collari, in Oriastro, in li Orti e ali Pin, o dovuti a nomi di famiglie, che probabilmente in passato ne avevano il possesso, come in Galleai, in Gazan, in li Rossi e in li Speroi, ed infine quelli ispirati a nomi di santi, spesso, ma non sempre, dati a terreni vicini ad una chiesetta campestre dedicata al santo, come San Ferian, San Johanne e San Martin.
I nomi che ricorrono più frequentemente sono in Follavin, alo Molin, in Bramoza, in San Martin, in Oriastro, in Porcii, in la Carcheira, in lo Pian, in la Sorta, in Beragna, in la Costa e ali Pin; questi dodici toponimi da soli coprono il 45,6% dei terreni e sussistono ancora attualmente.
Se dal catasto si possono ricavare molte notizie sulla toponomastica, sulle famiglie e sui patrimoni delle stesse, non si riesce quasi mai a determinare il tipo di coltura dei terreni che dovremo pertanto dedurre facendo ricorso agli atti notarili(29).
Per il periodo compreso fra la fine del secolo XV e l'inizio del XVI si può senz'altro affermare che le colture prevalenti a Soldano, ma anche a Ventimiglia e nelle altre sue "ville", sono la vite ed il fico. Vi sono poi altre varietà di piante coltivate in quantità molto ridotte e solo nella misura sufficiente per il fabbisogno familiare. Citiamo alcuni esempi per dare un'idea della diffusione e della dislocazione delle colture sul territorio di Soldano.
Tra il 1489 ed il 1509 troviamo terreni coltivati a vite e fico in località la costa, folavini, pastamo1a, lo pian, la cima de la lovaira e lo bao de li monegi. Negli anni seguenti, fino alla fine del secolo XVI, la situazione non cambia e vite e fico rimangono le colture preferite sia a Soldano sia in tutto il comprensorio intemelio. La grande diffusione di queste colture si deduce anche dai numerosi atti di compravendita di vino e di fichi. Nei testamenti poi il marito lascia quasi sempre, per il sostentamento della moglie, una rendita vitalizia nella quale sono compresi fichi e vino.
Le due colture principali sono seguite da quella di mandorle e nocciole, che sono abbastanza diffuse anche se difficilmente si trovano atti relativi a terreni interamente adibiti a questa coltura. Numerosi sono invece gli atti di compravendita di avellanarum rotondarum e avellanarum longarum(30).
Negli atti notarili molte terre sono dichiarate vitibus ficubus et alijs arboribus agregate, per cui si può ritenere che tali piante potessero ricadere sotto la voce alijs arboribus la cui natura, trattandosi di una minoranza rispetto alla coltura principale, non veniva specificata. Alcune località, dove mandorli e noccioli forse erano abbastanza numerosi, hanno preso infatti i toponimi colari e colareo(31) che si conservano tuttora. A volte è segnalata la presenza di alberi da frutta come limoni(32) e ciliegi che altre volte sono compresi nella categoria alijs arboribus.
Alcuni terreni sono definiti "ortivi" ed in questi viene coltivata la verdura per uso familiare. A questo scopo, e per la natura delle piante coltivate che necessitano di molta acqua, sono riservati i terreni vicini ad una sorgente o ai canali che portano l'acqua a mulini e frantoi.
I terreni "ortivi" sono in località la fontana(33), lo morin(34), lo orto de li porcij(35) ecc. che come si vede sono posti dove è facile avere acqua in abbondanza.
L'olivo, che nei secoli XVII-XIX diventerà una delle colture principali della zona, tra la fine del secolo XV e l'inizio del secolo XVI è ancora poco diffuso. Per quanto riguarda il territorio di Soldano non vi sono atti relativi a terreni coltivati ad olivo e per i paesi circostanti se ne trovano pochissimi nei quali l'olivo è presente in piccole quantità(36).
Dalla prima metà del secolo XVI la coltivazione dell'olivo è in costante crescita(37) soprattutto nelle zone collinose più lontane dal mare, in particolare, le località dove è più diffuso sono Pigna, Isolabona ed Apricale. A Soldano nel 1528 vi è già un frantoio(38) a riprova che anche qui la coltivazione dell'olivo ha avuto un buon incremento e negli anni in cui è stato compilato il catasto ve ne sono addirittura due(39). Col passare degli anni anche negli atti di vendita di terreni si trovano più frequentemente citati gli olivi; nel 1541 vi sono coltivazioni di olivo in località San Martino(40) e nel 1560 ve ne sono anche in località la gomba, lourascha, li rossi e lo balso(41).
Concludiamo questa rassegna dei tipi di coltura presenti nel secolo XVI menzionando i terreni cosiddetti prativi, che per il territorio di Soldano sono veramente pochi. Tali terreni infatti sono generalmente adibiti al pascolo, attività praticata soprattutto nell'alta val Nervia e nell'alta val Roia, e a Soldano limitata a poche persone(42).
 
(1) I paesi più piccoli erano all'epoca Sasso, oggi frazione di Bordighera, e Soldano. All'inizio del secolo XVI anche Airole è borgo di piccola entità poiché da poco riabitato (si tratta del 1498 quando Ventimiglia assegna il territorio di Airole a 13 famiglie; cfr. G. ROSSI, Sulla fondazione di Airole colonia ventimigliese. Documenti del XV secolo, in Miscellanea di Storia Italiana, V (1868), pp. 117-143; e Archivio di Stato di Genova (d'ora in poi ASG), Notai Ignoti, n. 356, Notaio Bernardo Aprosio), mentre alla fine del secolo ha una popolazione doppia rispetto a quella di Soldano.
 
(2) A tale proposito si precisa che nel testo del presente lavoro saranno citati anche documenti relativi ad una più vasta ricerca, in corso da parecchi anni e inerente la vita sociale ed economica del comprensorio intemelio fra '400 e '500, qui non adeguatamente approfonditi nei loro vari aspetti, per i quali si rimanda alla trattazione di prossima pubblicazione.
 
(3) Cfr. per tutti F. AMALBERTI, Notizie storiche sull'abitato di Soldano, in "La Riviera dei Fiori", XXVIII (1984), n. 1-2, pp. 33-44, in cui sono già state esaminate le ipotesi in questione.
 
(4) Anche a questo riguardo permangono i dubbi circa gli eventi che potrebbero aver portato alla dispersione dei documenti d'archivio dei quali peraltro si hanno prove indirette dell'esistenza emerse dallo studio attualmente in corso e già citato. Secondo il Rossi (cfr. G. ROSSI, Storia della città di Ventimiglia, Oneglia 1886, p. 176) la dispersione risalirebbe all'anno 1526 e ad un presunto sacco della città perpetrato dal connestabile Carlo di Borbone. L'ipotesi, benché ripresa da tutti gli storici che si sono occupati di Ventimiglia successivamente al Rossi, è da ritenersi del tutto infondata sia alla luce dei documenti recentemente escussi da G. De Moro (cfr. G. DE MORO, Ventimiglia sotto il Banco di San Giorgio (1514-1562), Ventimiglia 1991. Vedi in particolare la nota alle pag. 175-176) sia dal materiale archivistico anteriore al 1526 pervenutoci in quantità tutt'altro che trascurabile.
 
(5) Ramondo.
 
(6) Cassini.
 
(7) Biamonti e Maccario.
 
(8) Casanova.
 
(9) Anselmi e Arzaigo.
 
(10) Verso la fine del '400 troviamo a Soldano alcuni Durante provenienti da Pigna, vi sono ad esempio nel 1492 Giovanni Durante alias de Pigna et nunc habitatori dicti loci [Soldani] (Sezione di Archivio di Stato di Ventimiglia (d'ora in poi SASV), Atti dei Notai di Ventimiglia, n. 58, Notaio Giovanni Balaucco) e nel 1502 suo figlio Giovanni Battista Durante, che lascia erede dei propri beni Ludovico Durante di Pigna (ASG, Notai Ignoti, n. 356, Notaio Bernardo Aprosio).
 
(11) Non possiamo in questa sede citare i singoli documenti che attestano la provenienza delle famiglie da una o dall'altra località in quanto, a parte pochissimi censimenti, i dati sono stati ricavati elaborando decine di migliaia di atti notarili. Elenchiamo pertanto le fonti usate sia per questa sia per altre considerazioni di tipo statistico che faremo nel corso del presente studio. ASG, Notai Ignoti, nn. 355-356, Notaio Bernardo Aprosio, anni 1484-1510; SASV, Atti dei Notai di Ventimiglia, Notaio Giovanni Balaucco, nn. 47-61 bis, anni 1487-1516; SASV, Atti dei Notai di Ventimiglia, Notaio Antonio Ambrogio Rolando, nn. 735-745, anni 1469-1518; ASG, Notai Antichi, n. 1808 bis e 1808 ter, Notaio Stefano Berruti, anni 1524-1532; ASG, Notai Ignoti, nn. 357-358, Notaio Giovanni Gibelli, anni 1537-1541; ASG, Notai Ignoti, n. 360, Notai Stefano e Gio. Batta Berruti, anno 1560; ASG, Notai Antichi, n. 3263 bis, Notaio Gio. Batta Berruti, anni 1561-1562; ASG, Manoscritti membranacei, n. XXX; SASV, Catasto di Ventimiglia del 1545; ASG, Banco di S. Giorgio, Cancellieri, n. 332, Gio. Agostino de Franchi, anno 1561 (censimento del 1561); ASG, Senato, n. 1076 (censimento del 1607).
 
(12) ASG, Manoscritti membranacei, n. XXX, doc. del 19 marzo 1514; cfr. anche G. DE MORO, Ventimiglia ..., cit.
 
(13) Non possiamo affermare che le proprietà ivi descritte corrispondano alla totalità dei beni posseduti, in quanto riscontri su atti notarili coevi di compravendita di terreni e case ci fanno scoprire l'esistenza di beni e proprietari non censiti. Non possiamo comunque escludere, fra le altre ipotesi, che già all'epoca si registrasse una quota di "evasione", certamente più difficile da controllare che non ai giorni nostri, essendo un catasto fonte di conoscenza della ricchezza immobiliare di una persona, e quindi della sua capacità contributiva.
 
(14) I dati, elaborati prendendo in esame atti dei notai più attivi e rappresentativi in tale periodo (Giovanni Balaucco e Bernardo Aprosio), si riferiscono agli atti di dote rogati da detti notai e non a tutti i matrimoni contratti, ma riteniamo che siano più che sufficienti a fornire una statistica attendibile.
 
(15) Ovviamente nella maggior parte dei casi il coniuge non di Soldano proviene da S. Biagio, Vallebona, Vallecrosia, Ventimiglia e Sasso. Le donne prendono quasi sempre marito a S. Biagio o Vallebona, mentre gli uomini, che sono più intraprendenti, oltre che nei paesi sopracitati vanno a prendere moglie anche in paesi più distanti, come Antonio Anfosso di Soldano che nel 1508 prende in moglie Giacomina q. Giacomo Peglone di Castellar di Mentone (ASG, Notai Ignoti, n. 356, Notaio Bernardo Aprosio).
 
(16) Cfr. nota 2. A nostro avviso era originario di Soldano anche Corrado Soldano, uno dei primi 13 capifamiglia trasferitisi ad Airole, nonostante nell'atto di assegnazione dei terreni non sia specificata la provenienza.
 
(17) ASG, Notai Ignoti, n. 356, Notaio Bernardo Aprosio.
 
(18) ASG, Notai Ignoti, n. 357-358, Notaio Giovanni Gibelli. Nel catasto del 1545 troviamo Nicola Amalberti inserito fra gli abitanti di Ventimiglia e precisamente nel quartiere Oliveto mentre Pietro Amalberti, che quattro anni prima aveva dichiarato di abitare a Ventimiglia, è ancora inserito fra gli abitanti di Soldano.
 
(19) ASG, Notai Ignoti, n. 360, Notai Stefano e Gio. Batta Berruti.
 
(20) Cfr. F. AMALBERTI, Storia di Ventimiglia la Nuova. La ricostruzione di Portovecchio del 1578, Ventimiglia 1985.
 
(21) ASG, Banco di S. Giorgio, Cancellieri, n. 332, Gio. Agostino de Franchi.
 
(22) Anche se per pochi anni siamo nel secolo XVII riteniamo che i dati di questo censimento non siano molto lontani da quelli di fine secolo XVI.
 
(23) ASG, Senato, n. 1076. Il documento fa parte di una filza composta da una serie di fascicoli contenenti i censimenti di tutti i paesi della Liguria. Per la zona di Ventimiglia, purtroppo, non ci sono i fascicoli delle singole località, con i nomi e l'età delle persone, ma è rimasto solo uno specchietto riassuntivo dal titolo Descritione fatta di tutte le anime che si trovano nel capitaniato di Vintimiglia, compreso il luoco della Pena, distintamenti per ordine l'huomini d'anni 17 in avanti e le donne per l'istesso modo. L'ordine di fare il censimento era del 22 agosto 1607 e la lettera di risposta del capitano è del 5 settembre, il ritardo viene giustificato dicendo che per la occupatione havuta alla Pena non ho potuto subbito essequir il commandamento. Per sveltire la pratica il capitano decide di mandar huomo a posta con questa a Genova e, con una rapidità da far invidia alle nostre attuali poste, la lettera viene letta al Senato il 7 settembre.
 
(24) Nuclei familiari.
 
(25) Airole (359 abitanti), Bordighera (709 abitanti), Borghetto (261 abitanti), Camporosso (712 abitanti), S. Biagio (329 abitanti), Soldano (181 abitanti), Vallebona (538 abitanti), Vallecrosia (318 abitanti), Ventimiglia (2532 abitanti) e Penna (Piene 590 abitanti). In tutto vi sono 1532 fuochi per un totale di 6578 persone delle quali 1846 sono homini, 1928 donne, 1342 maschi e 1462 figlie.
 
(26) Ad Airole la percentuale di bambini è del 55,15% ed a Bordighera del 48,24%, contro una percentuale media degli altri paesi del 38-44%.
 
(27) Calcolare il numero preciso non è facile, in quanto spesso toponimi scritti in modo diverso sicuramente si riferiscono alla stessa località, mentre toponimi quasi uguali hanno un significato completamente diverso e certamente si riferiscono a località diverse.
 
(28) Il gombo in dialetto è la vasca del frantoio in cui si frangono le olive.
 
(29) Gli atti maggiormente usati per questo scopo sono quelli di compravendita, cambio o locazione di terreni, ma notizie utili si possono trarre anche da testamenti, donazioni, divisioni di beni nonchè da quelli relativi alla vendita dei frutti della terra.
 
(30) Nocciole e mandorle.
 
(31) Il termine è impiegato per designare sia il nocciolo sia il mandorlo; cfr. N. CALVINI, Nuovo glossario medievale ligure, Genova 1984.
 
(32) Il 6 ottobre 1537 Antonio Amalberti di Soldano vende a Guglielmo Raimondo di Apricale fassiam unam terre orttive cum uno fassiono cum uno arbore citronorum (ASG, Notai Ignoti, n. 357, Notaio Giovanni Gibelli). Ci sono alberi di limone anche in località lo gombo, lo orto de li porcij ecc.
 
(33) Normalmente in dialetto con il termine "fontana" si indica una sorgente.
 
(34) Quindi vicino ad un mulino così da poter essere irrigato sfruttando il canale che porta l'acqua al medesimo quando questo non è in funzione.
 
(35) In questa località passa il beudus molendinorum Luce Amarberti.
 
(36) Su 195 atti di vendita di terreni rogati dal notaio Bernardo Aprosio fra il 1484 ed il 1492 l'olivo è presente in soli 8 terreni, in 4 assieme a viti e fichi, in uno su una terra zerbide cum arboris olivarum e in altri tre vi sono terreni sui quali si trovano da uno a tre alberi di olivo.
 
(37) L'incremento si può dedurre anche dal numero di frantoi presenti sul territorio e dalla vendita di olio ed olive. Nel 1524, ad esempio, Domenico Fenoglio di Isolabona vende 45 rubbi di olio ad Antonio Orengo di Ventimiglia e nel 1532 Luigino Moro di Apricale, debitore di 10 scudi nei confronti di Francesco Massa di Ventimiglia, promette di pagare il debito con olio (ASG, Notai Antichi, n. 1808 bis, Notaio Stefano Berruti).
 
(38) Il 3 giugno 1528 Secondino Casanova di Ventimiglia vende tre quarti di un edifficij olei che si trova prope villa Soldani a Filippo Conte q. Pietro di Soldano (ASG, Notai Antichi, n. 1808 bis, Notaio Stefano Berruti).
 
(39) Uno è di proprietà di Luca Amalberti; l'altro è per metà di Giacomo Anfosso, per un quarto di Giacomo Conte e per un quarto di Pietro Giovanni Conte.
 
(40) ASG, Notai Ignoti, nn. 357-358, Notaio Giovanni Gibelli, anni 1537-1541.
 
(41) ASG, Notai Ignoti, n. 360, Notai Stefano e Gio. Batta Berruti.
 
(42) L'unico pastore di Soldano di cui abbiamo finora notizia è Bartolomeo Soldano che nel 1538 vende 21 capre lactantes a Battista Galleani di Ventimiglia (ASG, Notai Ignoti, nn. 357-358, Notaio Giovanni Gibelli, anni 1537-1541).